Nata a Zagabria, fu ininterrottamente legata agli accadimenti nei Balcani e a Trieste, dove visse a lungo, lascia un segno indelebile. I 200 volumi che formano questo suo lascito renderanno accessibile anche a coloro che non l’hanno conosciuta la questione femminile e una serie di ulteriori attuali temi sociali. Sociologa, operatrice culturale e femminista, Melita Richter ci ha lasciati prematuramente nel marzo del 2019, all’età di 72 anni. L’11 dicembre 2009 fu tra le fondatrici della Casa internazionale delle donne in via Pisoni.
Nell’undicesimo anniversario dell’istituzione che si occupa di diritti e di integrazione socio-culturale delle donne le sue collaboratrici e amiche hanno presentato il nuovo fondo letterario. L’evento rientra nella serie di manifestazioni in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, promosse dal Comune di Trieste, centro Goap e altre organizzazioni attive in questo campo. L’incontro, coordinato da Sabrina Morena, sebbene da remoto a causa della pandemia da coronavirus, si è svolto in mezzo a grandi emozioni. Molte rappresentanti di diverse realtà – da Trieste a Zagabria a Belgrado – hanno condiviso i propri ricordi sulla figura dell’intellettuale impegnata. Del suo bagaglio culturale e del largo spettro di interessi testimonia anche la sua raccolta di libri. La famiglia – il marito Giangi e i figli Jan e Kosta Malabotta – ha voluto che quest’ultima potesse raggiungere il maggior numero possibile di lettori. Tale ricca eredità è stata sistemata dalla ex docente di letteratura croata all’Università di Trieste Marija Mitrović e dalla docente di letteratura italiana all’Università di Zagabria Sanja Roić. I libri sono stati divisi in base alla lingua e ai temi e in questa forma trasmessi al Centro studi femminili di Zagabria, Facoltà di filosofia, dove Melita Richter si laureò in sociologia e italiano e al Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Trieste, dove per un periodo insegnò letteratura serba e croata contemporanea.
248 pubblicazioni su tema di studi di genere, migrazioni e integrazione sociale – in italiano e inglese, ma anche croato, sloveno e francese: ora disponibili nella Biblioteca e centro documentazione della Casa internazionale delle donne a Trieste, intestata fin dall’inizio a Elca Ruzzier, con lo scopo di promuovere un dibattito sulle differenze di genere e sul femminismo e di dare voce alle testimonianze e alle storie delle donne. Il fondo di Melita Richter comprende sia opere note pubblicate da grandi case editrici sia pubblicazioni segno di movimenti femminili per la pace e i diritti delle donne. Tutti i libri sono accessibili anche con un solo clic. Sono infatti inclusi nel catalogo elettronico Biblioest, che fa parte del sistema triestino di biblioteca diffusa.
Sugli scaffali troviamo quindi anche un pezzetto del cuore di Melita, ha affermato la bibliotecaria Simonetta Pasqualis. Infatti qui ci sono i libri che racchiudono tutto quanto per cui ha lottato. E la Presidente della Casa internazionale delle donne Patrizia Saina:
“La storia è fatta di uomini e donne e di perdite che segnano la strada intrapresa. Melita si è rivelata un’insostituibile presenza intellettuale. Con estrema sensibilità ha affrontato i problemi politici e sociali che sono emersi con il crollo della Jugoslavia e si è sforzata tenacemente di demolire con i suoi scritti le barriere, specie quelle mentali. Questo sforzo lo ha trasmesso a tutte noi come coordinatrice di vari progetti per l’integrazione delle immigrate e dei bambini”.
Oltre al fondo letterario la memoria di Melita Richter si manterrà da ora in poi anche tramite una seconda raccolta di poesie dal titolo “Di case, di luoghi”. Dovrebbe uscire postuma dopo le festività natalizie, come annunciato da Gabriella Musetti. La direttrice di Vita Activa ricorda inoltre che l’autrice gliela consegnò già ultimata qualche mese prima della morte.
Articolo apparso sul Primorski il 12.12.20 di Vesna Pahor