Care Socie,
abbiamo preparato delle anteprime dei testi usciti dal laboratorio “Donne, frontiere, scritture”.
La pubblicazione del volume è prevista per l’11 dicembre, ma intanto potete ascoltarne alcuni estratti letti dalle Voci di Luna e L’altra.
Ecco i testi e le relative autrici di oggi:
“Incipit” di Giada Passalacqua letto in italiano da P.P.
“Moje roke so“/ “Le mie mani” di Ester Gomisel letto in sloveno da M.B. e di seguito letto in italiano da S.C.
“Storie di frontiera” di Jacqueline Pavlova Guareschi letto in italiano da G.M.
Biografie delle autrici:
Giada Passalacqua, appassionata lettrice, scherzando, ama dire di sé che appartiene alla città di Trieste dal 1834, quando vi nacque il suo trisavolo Giovanni, figlio del Nicolò anconetano che sbarcò su questa terra e volle/dovette cambiare il suo nome, forse in fuga dalle Guardie Pontificie. Altra ascendenza proviene dalle terre d’Austria e da una Slovenia morbidamente allungata verso l’Ungheria; dalle terre goriziane e istre pre-esodo nelle sue affascinanti città di Montona/Motovun e Orsera/Vrsar. Tutto questo potpourri risulta sbiadito, poiché nulla di queste variegate etno-ricchezze le fu tramandato da chi la precedette. È una donna che cerca le sue radici scrivendo e tuffando il naso negli archivi. Mangrovianti le parole che trova nei gruppi di scrittura assieme a compagne – le più diverse –, spronata a scrivere qualcosa che ha senso condividere.
Ester Gomisel, nata a Monfalcone nel gennaio del 1996 e cresciuta in un piccolo paesino del Carso triestino, risiede attualmente a Trieste. Appartenente alla comunità slovena in Italia, ha deciso di aderire al progetto principalmente per mettersi in gioco e per mettere in gioco la sua identità. Il confine è spesso qualcosa di immaginario, un costrutto nelle nostre teste, ma in alcuni casi è anche qualcosa di estremamente concreto e fisico. L’autrice vuole raccontare di sé, del suo essere straniera nella terra in cui è nata e vive, esplorando le sfumature della sua identità culturale e personale. La sua esperienza si muove al di là e al di qua del confine, evidenziando come questi limiti influenzino la sua vita quotidiana, le sue relazioni e la percezione di sé. Il progetto è un’opportunità per riflettere sulle dinamiche della frontiera e su cosa significhi realmente appartenere a una comunità.
Jacqueline Pavlova Guareschi si aggira come Alice nell’altrove delle meraviglie triestino, una dimensione sospesa tra realtà miste in cui tutto è relativo. In diversi posti ha vissuto, ma si sa, certi amori non finiscono, fanno giri immensi e poi ritornano. Varie cose ha fatto nella vita, e la scrittura non è stata una di queste, almeno fino all’altro ieri. Life motto: riflessione, intraprendenza, perseveranza.
Per ascoltare tutti i testi letti da “Voci” di Luna e L’altra cliccate qui